Scheda tecnica
- Prodotto
- Insoglio del Cinghiale
- Denominazione
- Toscana Rosso IGT
- Annata
- 2016
- Tipologia
- Vino rosso
- Provenienza
- Italia
- Regione
- Toscana
- Varietà uve
- Petit Verdot
- Tipo di raccolta
- Manuale in cassette da 15 kg
- Epoca di vendemmia
- Settembre
- Vinificazione
- Diraspatura e pressatura soffice seguita da fermentazione a temperatura controllata in tini di acciaio inox per circa 21 giorni a 28 °C Il 10% del vino svolge la fermentazione malolattica in barriques, il resto in tini di acciaio inox
- Bottiglia da
- 0,75 l.
- Colore
- Rosso rubino intenso con riflessi porpora
- Profumo
- Fruttato intenso con sentori di rovere speziato e liquirizia
- Sapore
- Armonico ed equilibrato, tannini rotondi
Lodovico Antinori, il genio di Ornellaia e Masseto, dopo aver portato i suoi vini alla vetta più alta che esista, si è rimesso in gioco, puntando questa volta forse ancora più in alto. Nel 1995, infatti, lo stesso Lodovico Antinori scopre i terreni della Tenuta di Biserno, e pensa inizialmente di inglobare gli appezzamenti proprio con quelli della Tenuta dell’Ornellaia, salvo poi ricredersi dopo essersi reso conto che la natura e le dimensioni del terreno richiedevano un progetto vitivinicolo separato. Siamo a un passo da Bolgheri, nell'Alta Maremma, e Lodovico comprende da subito le alte potenzialità di questo territorio per i tagli bordolesi. Per il Marchese, “i vigneti di Bibbona e Bolgheri s’incontrano, ricordando quelli di Saint-Émilion e Pomerol”. La Tenuta è costituita da un'unica grande vigna, chiamata Bellaria, che nell’area meridionale appartiene al territorio di Bolgheri, mentre nella zona settentrionale rientra nell’areale di Biserno. È qui che si distende il vigneto Lodovico: sei ettari di terreni oramai considerati da tutti come quelli più vocati della zona. Tra i filari, si incontrano principalmente piante di cabernet franc, cui si aggiungono piccole percentuali di viti di merlot, cabernet sauvignon e petit verdot, a completare la composizione vitata. Su suoli di natura alluvionale, ricchi di calcare, carbonato di calcio e ciottoli, e godendo di un microclima rinfrescato da costanti brezze, sono coltivate e raccolte uve pregiate e schiette, concentrate in ogni più piccola sfumatura organolettica. Parte di Biserno è anche una seconda tenuta, Campo di Sasso, adiacente alla prima e costituita da tre vigneti, dove il syrah trova condizioni ideali di crescita. In cantina, la consulenza enologica è affidata a Michel Rolland, l'enologo a cui tante cantine al mondo devono la loro fama, tra i quali molti dei più grandi Château di Bordeaux. Tutto ciò si traduce in quattro nomi, quali “Biserno”, “Lodovico”, “Insoglio del Cinghiale” e “Il Pino di Biserno”: quattro vini, che parlano della massima eccellenza enologica, espressa da una delle famiglie più storiche del panorama vitivinicolo internazionale.