Critone 2019 Librandi Bianco Val Di Neto IGT
Critone di Librandi è un vino che prende il nome dell’allievo prediletto di Socrate, è un uvaggio di Chardonnay (90%) e Sauvignon Blanc (10%). Due vitigni perfettamente ambientati nelle tenute Rosaneti e Critone che concorrono alla produzione di un vino fresco e sapido, ma al tempo stesso profondo e persistente: l' idea di bianco internazionale
Scheda tecnica
- Prodotto
- Critone
- Denominazione
- Val di Neto IGT
- Annata
- 2019
- Tipologia
- Vino bianco
- Provenienza
- Italia
- Regione
- Calabria
- Comune di produzione
- Rocca di Neto e Casabona
- Varietà uve
- 90% Chardonnay, 10% Sauvignon
- Tipologia del terreno
- Argilloso, calcareo
- Sistema di allevamento
- Cordone speronato
- Epoca di vendemmia
- Fine agosto e prima settimana di settembre
- Resa per ettaro
- 80 q.li
- Vinificazione
- In acciaio termocondizionato, con pressatura soffice delle uva
- Affinamento
- In acciaio, con una breve permanenza in bottiglia di alcuni mesi prima della commercializzazione
- Temperatura di servizio
- 8-10 °C
- Abbinamenti gastronomici
- Perfetto con la cucina di mare, si sposa egregiamente con molluschi e crostacei. Ottimo anche come aperitivo, è da provare con una torta salata agli spinaci
- Bottiglia da
- 0,75 l.
- Colore
- Giallo paglierino con sfumature tendenti al verde
- Profumo
- Note fruttate di pera e mela, accompagnate da un leggero sentore floreale
- Sapore
- Intenso, equilibrato, fresco
TRADIZIONE E RICERCA
Siamo da quattro generazioni tenaci sostenitori della nostra terra, della sua ricchezza e di quello che ha rappresentato, rappresenta e soprattutto di quanto rappresenterà in futuro per il mondo del vino. Siamo partiti dalla tradizione, dal Gaglioppo, dal Greco e dalla grande quantità di varietà autoctone presenti sul territorio della nostra regione. Siamo partiti dall’alberello e dai portainnesti storicamente usati in zona, oltre che dagli insegnamenti dei nostri esperti viticoltori con la loro abilità che affonda le radici nei secoli di storia viticola del Cirotano. Ci siamo poi rivolti ai massimi esperti del settore viticolo ed enologico, perché sapevamo che un minuzioso lavoro di ricerca ci avrebbe permesso di fissare, conservare ed esaltare il nostro patrimonio viticolo. Questo è infatti da sempre il nostro obiettivo e la nostra richiesta alla comunità scientifica. Lungi dal voler inventare o modificare alcunché, attraverso la scienza abbiamo semplicemente voluto capire meglio e in modo definitivo quello che di grande avevamo a disposizione. Sappiamo oggi che l’intuizione iniziale era giusta e sappiamo anche che alcune delle pagine più belle dell’enologia calabrese devono ancora essere scritte.