Prodotto interamente con uve autoctone, Sangiovese in prevalenza con aggiunte di Colorino e Pugnitello, è un Chianti classico tipico, di media struttura, con una spiccata personalità che si distingue in particolare per l'eleganza. La vinificazione avviene in maniera tradizionale, con macerazione di media lunghezza, alla quale fa seguito una maturazione del vino per 12 mesi in botti di rovere di Slavonia.
Scheda tecnica
- Prodotto
- Chianti Classico
- Denominazione
- Chianti Classico DOCG
- Annata
- 2018
- Tipologia
- Vino rosso
- Provenienza
- Italia
- Regione
- Toscana
- Varietà uve
- Pugnitello
- Sistema di allevamento
- Cordone speronato e Guyot
- Tipo di raccolta
- Manuale
- Epoca di vendemmia
- Terza settimana di Settembre-prima settimana di Ottobre
- Vinificazione
- Macerazione per 8-10 giorni ad una temperatura di 28 -30 °C. Fermentazione malolattica in vasche inox. Maturazione in botti di rovere di Slavonia per 10- 12 mesi
- Fermentazione Malolattica
- Svolta
- Affinamento
- In bottiglia per 2 mesi
- Gambero Rosso
- 3 bicchieri
- Capacità di invecchiamento
- 5-6 anni
- Temperatura di servizio
- 18 °C
- Abbinamenti gastronomici
- Si accompagna preferibilmente ad antipasti, primi piatti saporiti e carni rosse in genere
- Bottiglia da
- 0,75 l.
- Colore
- Rosso rubino brillante
- Profumo
- Sentori di ciliegia, lampone e viola mammola
- Sapore
- Secco, con delicati tannini ed una fresca acidità
Riferimenti Specifici
- ean13
- 7426793481889
La Storia
Benvenuti nell’antica Pieve San Felice in Pincis. La sua storia affonda le radici nell’epoca etrusca, attraversa il Papato, viene contesa dai comuni di Firenze e Siena, e vede alternarsi la gestione di famiglie locali. L’ultima sono i Grisaldi Del Taja, tra i fondatori del Consorzio del Chianti Classico, nella prima metà del Novecento. Negli anni 70 inizia un nuovo modello di sviluppo: la tenuta è acquisita dal Gruppo Allianz che punta sull’eccellenza enologica e territoriale. Il Borgo, attraverso accurati lavori, viene completamente restaurato con interventi che ne valorizzano le caratteristiche di architettura ed arte. L’azienda dà inizio a un esteso programma di reimpianto dei vigneti, con l’obiettivo di valorizzare il Sangiovese; progetto affiancato da una ricerca scientifica sui vitigni autoctoni, in collaborazione con le Università di Firenze e Pisa. Nel 1982 viene acquisita anche la tenuta di Campogiovanni, 20 ettari di vigneto sulle colline di Montalcino, altro territorio di grande tradizione viti-vinicola. Oggi il Borgo e l’Agricola San Felice sono due realtà di successo con un’anima sola, che unisce tradizione e innovazione.
Persone
È tradizione di queste terre anche il profondo rispetto per le persone. Il Gruppo Allianz sa benissimo quanto sia importante il benessere di chi condivide impegno e passione per far fruttare la terra. Chiunque lavori a San Felice può considerarsi erede di una evoluta società rurale, quella toscana, che resiste ancora oggi nonostante l’agricoltura sia diventata una pratica tecnologica e specializzata. Questo spirito si rispecchia anche nel Borgo, dove diventa accoglienza, talento relazionale e umanità.
Sostenibilità
San Felice vuole preservare l’unicità di queste terre anche per le generazioni future. Per questo rispetta l’ambiente, ma è anche attenta alla sostenibilità economica delle attività svolte. Oggi più che mai si tutela il paesaggio chiantigiano e la bellezza del borgo, salvaguardando gli immobili di maggiore pregio, ma anche i vecchi muri a secco. L’erosione del suolo è limitata mantenendo i terrazzamenti e analizzando costantemente la variabilità di flora e microfauna. I vigneti sono gestiti con la “Viticoltura di precisione”, che permette trattamenti ad hoc per ciascuna pianta, per un minore impatto ambientale e un prodotto di maggiore qualità. Grande attenzione è riservata alla biodiversità dei vitigni: con la sperimentazione del Vitiarium centinaia di specie sono coltivate e studiate da oltre trent’anni, per capire che valore possono dare all’azienda ma anche per evitare che cadano nell’oblio. Sostenibilità significa anche progetti di partecipazione, come quelli avviati dalla Fondazione UMANA MENTE del Gruppo Allianz, che coinvolgono giovani alle prime armi e anziani che vogliono trasmettere le loro competenze. Senza dimenticare le iniziative dedicate a ragazzi disabili o con problemi di inserimento sociale.