Bruno Broglia Riserva di Gavi di Gavi è un vino bianco prodoto in Piemonte. Si presenta con un color giallo paglierino intenso ed un profumo molto fine, persistente e fruttato. Il sapore è morbido, equilibrato, dolcemente mentoso
Scheda tecnica
- Prodotto
- Bruno Broglia
- Denominazione
- Gavi DOCG del Comune di Gavi
- Annata
- 2014
- Tipologia
- Vino bianco
- Riserva
- Si
- Provenienza
- Italia
- Regione
- Piemonte
- Comune di produzione
- Gavi
- Varietà uve
- 100% Cortese
- Altitudine
- 300-350 metri s.l.m.
- Esposizione
- Sud
- Tipologia del terreno
- Calcareo-marnoso
- Sistema di allevamento
- Guyot
- Resa per ettaro
- 30-40 q.li/ha
- Resa in vino
- 3.700 bottiglie/ha
- Fermentazione
- A temperatura controllata in vasche di acciaio
- Vinificazione
- In bianco
- Affinamento
- In vasche di acciaio
- Temperatura di servizio
- 12 °C
- Abbinamenti gastronomici
- Perfetto da accompagnare a piatti a base di pesce e crostacei
- Bottiglia da
- 0,75 l.
- Colore
- Giallo paglierino intenso
- Profumo
- Fine, molto persistente, fruttato
- Sapore
- Morbido, equilibrato, dolcemente mentoso
La cantina
Nella produzione del vino la collaborazione è stata da subito proficua con Donato Lanati, membro dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, chiamato anche l’enologo scienziato, per il suo approccio tecnico scientifico alla vinificazione. Importante è stato anche il rapporto con alcune università italiane.
In collaborazione con l’Università di Torino vennero ricercati dei nuovi cloni in vigneto, mentre con l’università di Milano, in particolare con il professor Attilio Scienza, è stato condotto uno studio antesignano in cantina sulla realizzazione di vini bianchi senza l’aggiunta di anidride solforosa. La nuova cantina fu costruita nel 1983 su progetto dell’architetto Luigi Vietti. Nello stesso anno, per esaltare le caratteristiche di mineralità e sapidità del Gavi, si incominciò ad utilizzare esclusivamente vasche in acciaio inossidabile.
Alla fine degli anni Novanta, furono nuovamente incrementati gli spazi per far fronte alle nuove richieste di Gavi sui mercati nazionali ed internazionali.
Oggi la cantina è suddivisa nelle diverse attività nodali della vita dell’azienda agricola: la zona di raccolta, di vinificazione, di affinamento in acciaio e in bottiglia per la produzione dello spumante metodo classico.
La famiglia
Bruno Broglia, prima di acquistare La Meirana, aveva ristrutturato una villa in Gavi per la villeggiatura in campagna. I lavori erano stati commissionati ai migliori architetti dell’epoca: Luigi Vietti si occupò degli interni, mentre proprio in quegli anni progettava quella che sarebbe diventata la Costa Smeralda; Pietro Porcinai, paesaggista di fama internazionale, realizzò il giardino che si affaccia sul borgo medievale di Gavi, con una vista unica nel territorio, e con un vigneto dentro la cinta che dà il nome al Gavi del comune di Gavi Villa Broglia.
Terminati i lavori della casa iniziarono le opere di sistemazione dei terreni per i nuovi impianti di vigneti e per le migliorie.
Nel 1974 la proprietà fu data in affitto al figlio Piero e nello stesso anno venne concessa la doc Gavi ed imbottigliato il primo vino a marchio Broglia. Dopo la scomparsa di Bruno Broglia fu costruita, nel 1983, la nuova cantina su progetto di Vietti ed ampliati i terreni coltivati a vigneto. Iniziò subito la collaborazione con il Professor Lanati, membro dell’Oiv, e con la consulenza del Professor Eynard si mantenne il sistema di impianto tradizionale a Guyot.
Alla fine degli anni novanta il successo del Gavi nei mercati internazionali impose la necessità di raddoppiare gli spazi di cantina e di ultimare gli impianti di vigneto per arrivare agli attuali 65 ettari su 100 di proprietà.
Oggi il millenario nome della Meirana è gestito dalla terza generazione della famiglia Broglia con Roberto e Filippo, figli di Piero che, da membro del Parlamento nella XII legislatura ha partecipato ai lavori della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati e ha svolto per due mandati il ruolo di Presidente del Consorzio di Tutela del Gavi e da Bruno, figlio di Paolo che, oltre a essersi occupato dell’attività tessile,ha sempre seguito lo sviluppo della Meirana.
Il territorio
Infatti, come risulta dal documento conservato presso l’Archivio di Stato di Genova, il nome Meirana viene menzionato in un contratto di affitto, datato 3 Giugno 972 d.C., nel quale il Vescovo di Genova accensa “a Pietro ed Andrea, uomini liberi, i vigneti e castagneti che la Chiesa Genovese possiede nei luoghi di Gavi e di Meirana”.
La nostra Tenuta nasce quindi agli albori della storia di Gavi.
La ragione dell’inizio della coltivazione di grappoli a bacca bianca in Piemonte è dovuta dunque allo stretto legame che Gavi ha sempre avuto con Genova e la sua aristocrazia.
Gli aristocratici genovesi per poter abbinare un vino alla loro cucina mediterranea, caratterizzata principalmente da pesce e carni bianche, sostituirono la varietà a bacca nera come il “nibiò” (nome locale del dolcetto), con il vitigno del cortese.
In particolare, la zona del Gavi è legata a tutta la tradizione della viticoltura piemontese. Grazie all’elevata acidità totale delle sue uve, questo vitigno, è da sempre stato utilizzato come materia prima per la produzione dei più importanti “blanc de blancs” della regione.
Fu Louis Oudard, enologo presso le cantine di Cavour a Grinzane, il primo ad utilizzare le uve di cortese del nostro territorio per i suoi spumanti, favorendone una notorietà che, limitata inizialmente alla sola Lombardia e alla Savoia, a partire dal 1860 ne estese il commercio in Germania, Svizzera e Sud America.