Dopo oltre 2 mesi di appassimento e un’attenta vinificazione, si ottiene un passito di straordinaria concentrazione con un profilo sensoriale davvero singolare. Antheres di Mastroberardino si presenta di colore rosso rubino con riflessi granati ed ha un profilo olfattivo intenso e singolare, con evidenti sentori che ricordano la sorba, le nespole, il corbezzolo, i fichi secchi, i datteri e la frutta rossa sotto spirito. Al sapore risulta avvolgente, elegante e persistente con chiare note di prugna, ciliegia amara e spezie
Scheda tecnica
- Prodotto
- Antheres
- Denominazione
- Irpinia Aglianico DOC Passito
- Tipologia
- Vino rosso
- Provenienza
- Italia
- Regione
- Campania
- Comune di produzione
- Atripalda
- Varietà uve
- Aglianico
- Altitudine
- 600 metri s.l.m.
- Tipologia del terreno
- Argilloso–calcareo con forte presenza di scheletro
- Sistema di allevamento
- Spalliera con potatura a cordone speronato
- Densità d'impianto
- 4000 ceppi/ettaro
- Tipo di raccolta
- Manuale
- Epoca di vendemmia
- Novembre
- Resa per ettaro
- 50 q di uva fresca e circa 10 q di uva appassita/ettaro
- Vinificazione
- Circa 9 mesi in barriques e 24 mesi in bottiglia
- Affinamento
- Circa 9 mesi in barriques e 24 mesi in bottiglia
- Capacità di invecchiamento
- 25 anni
- Temperatura di servizio
- 18 °C
- Abbinamenti gastronomici
- Formaggi freschi e cremosi come Crescenza e Stracchino. Salse delicate a base di formaggi, mascarpone e noci. Formaggi stagionati e muffati come il Gorgonzola; è ideale con dessert a base di cioccolato
- Bottiglia da
- 375 ml
- Colore
- Rosso rubino con riflessi granati
- Profumo
- Profilo olfattivo intenso e singolare, con evidenti sentori che ricordano la sorba, le nespole, il corbezzolo, i fichi secchi, i datteri e la frutta rossa sotto spirito
- Sapore
- Avvolgente, elegante e persistente con chiare note di prugna, ciliegia amara e spezie
STORIA E AZIENDA
La cantina Mastroberardino è una delle più antiche e importanti realtà produttive della Campania, la cui storia si identifica con quella di una famiglia di vignaioli imprenditori divenuta un punto di riferimento del panorama vinicolo italiano. Le origini di questa attività familiari risalgono alla metà del Settecento e la cantina venne ufficialmente fondata nel 1878 ad Atripalda, alle porte del comune di Avellino, da Angelo Mastroberardino, bisnonno dell’attuale proprietario e Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia. A partire dalla fine dell’Ottocento, dopo il disastro della fillossera che distrusse parte del grande patrimonio vitato, la famiglia si impegnò in un lungo processo di riscoperta e valorizzazione dei vitigni autoctoni e delle tipicità dell’Irpinia, tanto che Antonio Mastroberardino, insignito nel 1994 del titolo di Cavaliere del Lavoro, si meritò l’appellativo di “archeologo dei vitigni”. Lo stresso impegno e la stessa passione animano ora il lavoro del figlio Pietro, che raccoglie i frutti di oltre un secolo e mezzo di ricerca in vigna e in cantina guidata dal desiderio di esprimere al meglio l’eccellenza territoriale e il genius loci. Se oggi l’Irpinia, con i suoi vitigni tipici come Aglianico, Fiano e Greco di Tufo, è conosciuta e apprezzata nel mondo si deve a questa famiglia di viticoltori, a cui va attribuito un merito storico importante e significativo. Mastroberardino è oggi una grandissima realtà produttiva conosciuta nel mondo articolata in diverse tenute per un totale di 250 ettari vitati. Le principali tenute sono quelle di: Montemarani, dove nasce il Taurasi; San Michele e Montefalcione, patria di ottime espressioni di Fiano; Montefusco, culla del Greco; Mirabella, dove si produce la Falanghina. La mission aziendale punta ancora oggi sulla massima valorizzazione delle uve tipiche della Campania: Greco di Tufo, Fiano, Falanghina e Aglianico in primis, con una speciale predilezione per l’espressione del Taurasi, di cui la famiglia fu la prima grande promotrice in tutto il mondo, assumendo un ruolo pionieristico nella sua riscoperta. Il desiderio di riscoprire le origini della tradizione campana ha portato la famiglia, a partire dagli anni ’90, a intraprendere il progetto chiamato “Villa dei Misteri”, volto allo studio dei metodi di vinificazione dell’antica Pompei e alla coltivazione di un vigneto in prossimità degli scavi archeologici. La passione, la voglia di riscoprire le proprie radici e di tradurre questa ricerca in risultati di eccellenza sono rimasti i criteri fondamentali di tutta la produzione, frutto di uno straordinario connubio tra storia, leggenda, tradizione e modernità.